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“La Qualità siamo Noi: dalle parole ai fatti, eccellenze italiane a confronto sul ruolo strategico della Qualità”

Con le testimonianze di Pagani Automobili, SKF Industrie, Ghiringhelli
“LA QUALITA’ SIAMO NOI”, DALLE PAROLE AI FATTI:
ECCELLENZE ITALIANE A CONFRONTO
SUL RUOLO STRATEGICO DELLA QUALITA’

Primo Evento Galgano della Campagna Nazionale Qualità 2019, svoltosi a Milano, martedì 3 dicembre

Milano, 6 Dicembre 2019 – Il primo evento in occasione della  31ma Campagna Nazionale Qualità, promossa dal Gruppo Galgano, si è tenuto  a Milano,  martedì 3 dicembre con la partecipazione di centinaia di imprenditori e manager di ogni Settore Industriale e dei Servizi.

Un  incontro di grande attualità e interesse sul tema  “LA QUALITA’ SIAMO NOI – Eccellenze Italiane: il ruolo strategico della Qualità”, in cui si è parlato di Qualità intesa come rispetto del cliente, delle persone che lavorano nella propria azienda, del territorio e dei propri business partner.

Qualità per eccellere sul mercato grazie al forte coinvolgimento del personale nel Miglioramento Continuo e nella Lotta agli Sprechi

“La nostra mission non è solo  quella di supportare le aziende italiane perché possano diventare leader a livello internazionale, ma anche di  promuoverne la  crescita manageriale,  di valorizzare il loro know how e i loro  valori.

Le persone passano  molto tempo a parlare di Qualità perché è proprio la Qualità è qualche cosa che ci condiziona sempre e che può fare la differenza. La Qualità è il filo che lega ognuno di noi ad una comunità. E’ determinante e urgente  diffondere le esperienze positive delle nostre imprese, sia private che pubbliche, perché se le rendiamo visibili riusciamo a non avere più alibi”.

Con queste parole l’a.d. Mariacristina Galgano ha aperto il primo Incontro della serie programmata nell’ambito della Campagna Nazionale Qualità 2019 che, oltre ad essere una Campagna di Comunicazione diffusa nel circuito media, affissioni e web, vuole passare dalle parole ai fatti in tema di Qualità.

Ed è stata proprio questa  l’occasione per  ascoltare le testimonianze di:

Patrizia Ghiringhelli, joint managing director e marketing and promotion managerdi RETTIFICATRICI GHIRINGHELLI  SPA

Horacio Pagani, amministratore delegato di PAGANI AUTOMOBILI  SPA

Antonio Molle, global operation manager diSKF INDUSTRIE S.P.A.

“La Qualità siamo Noi” è il payoff  scelto dalla Galgano perché si collega molto alla Sostenibilità. La Qualità dipende da ciascuno noi così come la Sostenibilità.  La Qualità ingloba il concetto di Sostenibilità. In Toyota da anni si ricorda che “Per migliorare il mondo prima dobbiamo migliorare noi stessi” Toyota Envirolnmental Challenge 2050.

Alcune “pillole” degli approcci scientifici Total Quality e Lean Toyota System, Mariacristina Galgano le ha riassunte nel suo intervento di apertura.

“La Total Quality viene chiamata approccio scientifico alla gestione dei processi aziendali. Il Miglioramento Continuo è un allenamento fondamentale per stimolare l’attitudine all’innovazione, realizzandola cercando sempre soluzioni nuove.  

La cultura della tecnologia al servizio delle persone (Jidoka) è la capacità di concepire la tecnologia al servizio delle persone e del cliente, progettandola a partire dal flusso di valore – rispetto delle persone e amore per il cliente – prima ancora che dalla soluzione tecnologica . . 

Nell’era della Digital Transformation qualche volta si rischia di  investire in soluzioni bellissime ma che non colgono la vera esigenza finale del cliente. E’ determinante  evitare la qualità superflua, facendo in modo che, attraverso l’attenzione al cliente (andare a Gemba), si facciano investimenti che abbiano un vero impatto sul cliente finale che  vuole prevalentemente  qualità, affidabilità, semplicità.

Considerare la gestione del disservizio come il miglior modo per stupire il cliente è il modo migliore per dare evidenza concreta della reale attenzione al cliente. Il cliente si ricorda più della gestione eccellente del disservizio che del disservizio stesso.

Il Valore Etico della Qualità,  ricchezza e civiltà di un Paese, si misura dalla Qualità dei propri Servizi, dalla possibilità che qualsiasi persona, indipendentemente dal suo stato socio-economico, possa ricevere un servizio di Qualità. Avere l’umiltà di rimettersi continuamente in discussione è quindi determinante.

Il nostro peggior nemico siamo noi stessi. Il nostro cliente ci sarà fedele fino a quando non troverà un concorrente migliore di noi (Jjeff Bezos).

Il Valore Etico della Qualità significa avere un rapporto di partnership con i propri fornitori. Si tratta di un aspetto fondamentale per le aziende italiane. Valore etico in questo caso significa supportare i fornitori per farli crescere, coinvolgerli nello sviluppo prodotto/servizio. Abbiamo aziende che infatti vogliono davvero  innalzare il livello manageriale delle aziende fornitrici.

Il cliente stesso può fare la differenza, riuscendo ad  essere stimolo al miglioramento, se esprime in modo civile i propri diritti, segnalando disagi e disservizi. Importante è anche il territorio, il fare rete e il porre attenzione all’ambiente..

La scuola è un po’ distante da quelle che possono essere le esigenze e le sfide che le aziende stanno cercando di affrontare.

Qualità è la dimensione dei processi: evitare sprechi, fare le corse giuste la prima volta, far entrare la voce del cliente in azienda.

Valore etico è dare fiducia, dare autonomia, consentire alle persone di ricordare alle persone il purpose, il senso di quello che l’azienda  nella quale lavorano sta facendo.

A livello manageriale, fare qualità significa essere d’esempio, mettersi al servizio di coloro che producono valore per il cliente, servant leadership. Avere l’umiltà di ascoltare ed osservare.

A livello individuale, sentirsi responsabili, vedere i propri spazi di azione.

Da qui nasce l’approccio Lean ,che ha due valori fondamentali: il miglioramento continuo e la lotta agli sprechi.

Lo spreco maggiore che un’azienda può avere è lo spreco delle intelligenze e delle competenze.

Un altro elemento fondamentale che la Lean aggiunge alla competitività è la rapidità; oggi non si possono avere processi di miglioramento che durano tanto. Essere rapidi significa essere efficaci. Non si può risolvere senza andare a vedere. Ultimo elemento è l’azzeramento delle scuse.

Evoluzione è Total Quality.

Lean Toyota Production System e Lean Design generano il massimo valore perché sono strumenti di cambiamento culturale che fanno  entrare, e mettono a processo, la voce del cliente in ogni dettaglio.

E’ poi strategico considerare i problemi come tesori e gli errori come fonte di apprendimento, senza  accontentarsi mai, perché aprono all’innovazione.

L’importanza della standardizzazione, poi, evidenzia  che non esiste lavoro che non meriti la messa a punto  di uno standard”

Lo spirito delle testimonianze aziendali che si sono susseguite è stato quello di raccontare e condividere Percorsi di Qualità

Ghiringelli Spa

Patrizia Ghiringhelli, direttore marketing di GHIRINGHELLI SPA, ha presentato l’evoluzione industriale  di una PMI italiana che esporta tra l’80% e il 90% del suo fatturato. Da sempre l’azienda si plasma sull’esigenza del cliente diventando così sempre più flessibile. Un’azienda familiare leader nella costruzione di rettificatrici senza centri ad alta tecnologia destinate ai principali settori industriali, quali automotive/aerospazio/elettrodomestici/industria idraulica/degli utensili/medicale/tessile. Una piccola realtà aziendale ma con una indiscussa leadership internazionale e con una forte propensione all’export ( ca. l’80/90% degli impianti sono infatti destinati a Germania/Cina/Europa dell’est/ SudAmerica)

“Il nostro elemento distintivo è proprio quello di essere problem solver personalizzato per i nostri clienti. Anticipiamo le esigenze e le traduciamo in prodotti.

Negli anni 90 l’essere “su misura” ci ha portato ad essere una multigamma che nel tempo non era però più sostenibile.  Abbiamo così concentrato la produzione su tre serie di rettificatrici senza centri, mantenendo però la stessa gamma di applicazione e la distintività della customizzazione e della personalizzazione. Quando poi ci siamo resi conto che la nostra pianificazione aveva anelli deboli soprattutto nella gestione degli approvvigionamenti,  abbiamo  decisio di introdurre la Lean Production e in un solo anno e mezzo abbiamo ridefinito la cadenza di produzione con una capacità produttiva di due machine al mese. Il tutto mantenendo la vocazione di soluzioni customizzate.

Avevamo intuito che la produzione dovesse essere organizzata per processi e non per reparti che di conseguenza  avrebbero dovuto comunque allinearsi. Oggi, grazie anche al cambio di mentalità delle persone, tutti lavorano all’interno di un processo.  Una prima novità è stata la creazione del nuovo ruolo di Supply Chain Manager.

Altra novità è stata la segnaletica   aziendale orizzontale. Altra soddisfazione è stata la realizzazione dell’Oobeya Room, strumento formidabile per la gestione dei processi che ci orienta a riunioni di condivisione con cadenza settimanale, e con significativo impatto nel miglioramento del Lead Time.

Oggi siamo prossimi alla linearità e, in base ai paradigmi Lean, abbiamo ottimizzato tempi e spazi in prossimità dei macchinari. Riuscire a rispettare le cadenze della pianificazione è per noi fondamentale.

Il prossimo passo sarà la riorganizzazione del Magazzino dove abbiamo peraltro già adottato il Metodo 5S.

L’obiettivo 2020 è quello di arrivare alla ottimizzazione delle scorte. La strada intrapresa è di successo e i processi sono sempre più fluidi. Uno dei motivi del perchè abbiamo scelto la Galgano è la metodologia adottata dai loro consulenti con l’approccio c.d. on the job. Con il prezioso supporto dei consulenti e previa opportuna formazione siamo infatti riusciti a convincere tutti i collaboratori dell’importanza strategica dell’implementazione dei principi della Lean nella nostra organizzazione e di dimostrare giorno per giorno vantaggi e benefici. Non è certo mancata qualche resistenza interna, ma ad oggi possiamo dichiararci soddisfatti dei risultati raggiunti. La chiave è stata probabilmente il forte committmnet  e la presenza costante della proprietà e della direzione “sul campo”.

La qualità è fatta dalle persone per le persone, di questo ne siamo da sempre convinti, e dove possibile non bisogna avere fretta. Il coinvolgimento dei collaboratori, quando si gestisce un cambiamento radicale come quello introdotto in Ghiringhelli, è fondamentale, è la vera chiave di svolta del cambiamento. Pertanto bisogna lavorare al fine di persuadere anche le persone più resistenti e darle loro il tempo di accettarlo, perché sono loro i veri protagonisti e driver del cambiamento stesso e del successo che questo ha prodotto”.

Pagani Automobili Spa

In apertura all’intervento di Horacio Pagani, a.d. di PAGANI AUTOMOBILI SPA, un video molto emozionante ha ben introdotto quelli che sono i valori cardine dell’azienda di San Cesario Sul Panaro. La filosofia che guida l’Atelier di Horacio Pagani è, infatti, strettamente legata alla storia del fondatore ed alla sua grande passione per il genio impareggiabile di Leonardo Da Vinci.

“Ai miei tempi non c’era Internet, ma solo qualche rivista” – spiega Pagani – “Ho cominciato intorno ai 10 anni, in un piccolo paesino della pampa argentina, a costruire piccoli modellini di macchine, convinto che i miei sogni di bambino si sarebbero un giorno avverati. A 14 anni ho scoperto Leonardo da Vinci attraverso la rivista Selezione del Reader’s Digest, ed una frase in particolare mi colpì: “Arte e Scienza possono camminare insieme mano nella mano”. Col tempo ho appreso che la tecnica ingegneristica può perfettamente sposarsi con la cura artistica di ogni dettaglio, anche quello più tecnico e solitamente meno visibile e meno considerato dal punto di vista estetico, ed è stata per me una rivelazione. Mi sono da allora dedicato profondamente allo studio, per lo più da autodidatta, per poter apprendere il più possibile relativamente a entrambe le discipline, tecniche ed umanistiche insieme. Ho poi avuto l’onore di conoscere Juan Manuel Fangio, un mito per noi argentini ma soprattutto un uomo umile ed un mentore che mi ha dedicato attenzione e che ha generato in me grandi consapevolezze.

All’inizio degli anni ’80 con mia moglie Cristina siamo venuti in Italia, abbiamo comprato due biciclette Bianchi, e ci siamo messi alla ricerca di un lavoro: cominciai dapprima come saldatore, poi come operaio in Lamborghini. Benché avessi chiaro da sempre davanti a me l’obiettivo, ovvero quello di venire in Italia per fare la mia auto come la sognavo da bambino, non è stata altrettanto facile o immediata la strada da seguire, anzi, è stata lenta e piena di ostacoli. Ma da ogni piccolo passo che facevamo e dai piccoli traguardi che potevamo raggiungere, riuscivamo a ricavare l’energia per fare il passo successivo, e con quest’ottica abbiamo affrontato tutto il percorso.

Nel 1984 Lamborghini decise di fare il prototipo di una macchina in materiali compositi e chiamarono un ingegnere che veniva dalla Boeing, ma che rimase poco tempo in azienda. Mi chiesero allora di occuparmene ed accettai con entusiasmo. Cercai di convincerli ad acquistare un’autoclave, indispensabile per lavorare con questi materiali, dando prova del mio impegno nell’affrontare con serietà una simile sfida. Dopo anni di insistenza senza ottenere risposte, decisi di comprare autonomamente l’autoclave e da lì ebbe inizio la nostra storia imprenditoriale che dura tutt’ora da oltre 32 anni.

Mi applicavo in questa attività di progettazione e ricerca in orario extra lavorativo, quando terminavo il lavoro ordinario sui progetti di produzione. Col tempo, e con i primi esperimenti, sono nati i materiali che oggi tutti conosciamo e che allora non esistevano ed anche Lamborghini ha cominciato a credere seriamente nel progetto, una volta constatati gli effettivi risultati in termini di resistenza e leggerezza dei nuovi componenti.

Con la Countach Anniversary, di cui curai anche il design, abbiamo cominciato ad applicare questi nuovi materiali ed in seguito facemmo lo stesso, in modo ancor più considerevole, per la Lamborghini Diablo. Quando eravamo ormai pronti per dedicarci alla costruzione di una vettura interamente realizzata in materiali compositi (la Lamborghini L30), con un reparto Compositi vero e proprio appena avviato e più conoscenze, scoppiò la Guerra Del Golfo ed ogni progetto sperimentale venne inevitabilmente bloccato.

Ma per noi ciò si rivelò un nuovo punto di partenza. Da quel momento infatti è cominciata un’altra sfida, quella di aprire un’attività da zero e cominciare ad investire nel nostro progetto, proprio quando tante grandi aziende puntavano a salvaguardare i propri bilanci tagliando ogni spesa extra.

Nel 1993 a Ginevra incontrai Dieter Zetsche, al tempo ingegnere della ricerca e sviluppo di Mercedes Benz, divenuto poi il presidente del gruppo Daimler, al fine di presentargli il progetto della Zonda e chiedere di poter avere il loro motore V12. Quando mostrai a Dieter le foto del modello della macchina, mi disse: “Sembra una macchina senza tempo”. Allora risposi: ”Meno male! Perché io sono uno senza soldi e mi occorrerà molto tempo per farla!” Effettivamente nel 1999 presentammo la Zonda, la nostra prima macchina, equipaggiata con un motore Mercedes a 12 cilindri, completamente omologata.

Oggi presso la nostra sede di San Cesario sul Panaro a Modena, la piccola storia della nostra impresa è riassunta e raccontata all’interno del Museo Pagani, sperando possa essere di ispirazione per le giovani generazioni di sognatori.

Quali sono le sfide oggi? Tante!

Il mondo dell’auto sta cambiando in fretta ed una prima sfida è quella di rimanere al passo coi tempi affrontando il cambiamento, ma senza per questo dover seguire necessariamente una moda.  Penso, ad esempio, alle macchine elettriche: a tutt’oggi nessun cliente, come nessun dealer, ci ha chiesto ancora una Pagani elettrica e ciò nonostante da due anni ormai stiamo lavorando con passione e determinazione ad una vettura elettrica e ne prevediamo la presentazione per il 2024. Detto questo, ed evitando ogni demagogia, non credo che l’auto elettrica sia la soluzione che salvi il mondo.

Inoltre quasi tutte le aziende automobilistiche sono confluite in grandi gruppi internazionali oggi e una delle sfide più grandi per noi è quella di mantenere l’autonomia. Ad oggi la famiglia Pagani è proprietaria dell’azienda per il 96%.

Un’altra difficoltà è data dal dover competere coi più severi standard omologativi internazionali, al pari appunto di questi grandi gruppi dell’industria automotive, per fare, nel nostro caso, solo poche vetture all’anno. Ma vogliamo chiaramente che le nostre vetture possano circolare in tutto il mondo.

Fondamentale, per fare quello che facciamo e raggiungere il livello qualitativo che ci contraddistingue, è poter contare su partner fidati, come il gruppo Daimler, come Pirelli, Bosch, Brembo etc. che condividono i nostri valori, i nostri traguardi e le nostre sfide, pur mantenendo ognuno la propria autonomia.

I fornitori infatti non vanno strangolati! Vanno educati e fatti crescere insieme a noi: è gratificante vedere che la crescita della nostra azienda dipende in larga parte anche dal coinvolgimento dei partner, dei fornitori, dei collaboratori. Così come i nuovi traguardi raggiunti insieme (ad esempio a livello di sviluppo di nuove tecnologie o di nuovi standard qualitativi), hanno poi significato importanti fattori di sviluppo e di crescita anche per le loro singole realtà.

Il modo migliore per convincere é fare sì che le tue idee diventino anche quelle degli altri ed i Sistemi di Qualità si fondano proprio sulle persone e quindi è necessario trovare il modo di far passare questo concetto. 

In Italia la questione inerente la Qualità è più difficile da applicare perché, se da un lato siamo capaci di tanta creatività e genialità, dall’altro ci dimostriamo molto egocentrici ed abbiamo più difficoltà di altri a lavorare in gruppo e non sempre riconosciamo i nostri errori. Ma il problema più grosso rimane quello di non saper fare squadra. Per questo nella nostra azienda, dove peraltro l’età media è di 31 anni, facciamo tanta formazione anche su temi che solitamente dovrebbero essere dati per scontati.

Bisogna cominciare a crederci davvero in progetti come questo, altrimenti non ci sono alternative per l’Italia. Quando sono arrivato in questo paese non avevo nulla e ringrazio questa terra per tutto ciò che mi ha offerto. Oggi però soffriamo in Italia la mancanza di progresso che si avverte già da qualche tempo.

La passione per Leonardo ci ha portato a seguirlo come maestro, a studiarlo come persona e come artista per 50 anni. Era una persona umile, onesta, semplice e curiosa, e grazie a questa sua attitudine e capacità di osservazione, nonché grande creatività, riusciva perfettamente a coniugare Arte e Scienza. Se guardiamo a tutto ciò che ha fatto, malgrado qualcuno lo ritenesse forse un po’ inconcludente, ci rendiamo conto della grandissima varietà di temi e discipline che ha affrontato, una quantità incredibile per una sola persona!

Sono convinto che se Leonardo fosse studiato nelle scuole e nelle università, ad ogni livello dell’istruzione, il mondo girerebbe meglio. Per dirla con le parole di Concetta Lanciaux, “se il mondo avesse seguito la visione globale di Leonardo saremmo in grado oggi di avanzare più armoniosamente”.

SKF Industrie Spa

E’ seguito l’intervento di Antonio Molle, global operation manager diSKF INDUSTRIE S.P.A

“Negli ultimi anni abbiamo osservato che sempre di più le capacità produttive si stanno spostando verso l’Asia e in particolare in Cina e India. La competitività nella nostra industry è aumentata e per competere in un mondo digitalizzato serve innovare.

Nel frattempo il costo della manodopera e dei materiali è cresciuta. E’ proprio per questi motivi, che nel 2018 abbiamo lanciato il progetto pilota Digital 2twin che prevede l’intera transizione digitale dello stabilimento SKF di Cassino in una ottica di Industry 4.0.

L’obiettivo è definire gli standard da trasferire poi negli altri stabilimenti dedicati alla produzione di cuscinetti radiali rigidi a sfere. Attraverso la gestione dei processi produttivi in remoto e l’uso dell’Internet of Things, che permette di collegare e far dialogare tra loro le linee di produzione, vogliamo diminuire i waste e aumentare il valore aggiunto.

Digital 2twin va considerata come un’orchestra completa che produce dati, che prende decisioni sul processo, che auto apprende e dà dei feedback. In questo modo possiamo garantire ai clienti tracciabilità e sicurezza del prodotto oltre che una manutenzione predittiva.

Il fine ultimo è l’eliminazione di eventuali sprechi. Alla base di questo percorso, che porterà alla creazione di una vera e propria Digital Factory, stanno Lean Production e Qualità.

Il prossimo passo sarà quello di leggere e sfruttare tutta la quantità di big data prodotti da un singolo stabilimento. In questo processo di digitalizzazione le persone rimangono fondamentali, anche in logica di riconversione delle competenze. Abbiamo anche inserito uno psicologo all’interno del team del progetto per scoprire i punti di forza e di debolezza delle persone.

Tutti gli stakeholder sono stati coinvolti nel progetto. Siamo però solo agli inizi di questo percorso che ci porterà poi nel 2020 alla formazione di digital cluster, che dialogheranno e lavoreranno tra di loro in parallelo. Per realizzare questo percorso abbiamo bisogno di persone motivate alla digitalizzazione e su queste persone abbiamo intenzione di  investire”.

L’Incontro organizzato dal Gruppo Galgano è stato ricco di spunti concreti e di stimoli utili su come attivare un cambiamento culturale, improntato sulla ricerca del miglioramento continuo.

I prossimi due  eventi Galgano della Campagna Nazionale Qualità 2019 sono in programma tra fine gennaio e primi di febbraio,  in apertura del nuovo anno e della prossima edizione della Campagna. Per informazioni più dettagliate: te. 02.39605222 – valeria.schifano@galganogroup,com, nives.boncristiano@

Il Gruppo Galgano, fondato nel 1962 da Alberto Galgano –“padre del Total Quality in Italia” ideatore della Campagna Nazionale, con i suoi 57 anni di esperienza rappresenta oggi una delle più affermate realtà italiane di Consulenza di Direzione e Formazione Manageriale a capitale interamente italiano.

(Foto)

Per informazioni:

Silvana Gainotti – Andrea Turco

Ufficio Stampa  GRUPPO  GALGANO

Tel. 335.7350510- 02.39605295 silvana.gainotti@galganogroup.com

10 Gennaio 2020

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