dal 9 maggio 2023
Nella realtà organizzativa sempre più si lavora a progetti, e sul progetto operano professionalità e figure molto diverse tra loro.
In questa modalità i confini tra i ruoli sempre più si fanno sfumati, e a volte si viene a generare quasi un effetto di disorientamento, l’impressione di fare parte di un “insieme slegato” di professionisti, ciascuno abile nel presidiare il proprio terreno, ma nessuno in grado di avere una visione d’insieme. La conseguenza di questa percezione può essere una mancanza di fiducia nel gruppo stesso e nel progetto, e lo stimolo a esprimere sempre più diffidenza nei confronti dei colleghi, fino a un aumento della conflittualità latente o manifesta.
Per questo motivo, è importante riuscire ad allenare continuamente i meccanismi che rinforzano la coesione del gruppo di progetto, in modo che si mantenga agile nel far circolare le informazioni, veloce e affidabile nell’attivare il contributo della professionalità più adatta alla gestione dello specifico problema.
Uno degli elementi capaci di contraddistinguere il gruppo coeso è la consuetudine a scambiare feedback costruttivi in modo fluido e costante. Si tratta, forse, di uno dei tratti maggiormente distintivi. Attraverso uno scambio aperto e quotidiano, infatti, viene alimentata l’attenzione al miglioramento continuo dei singoli, ma anche la cura della relazione interpersonale tra colleghi, e la costruzione di un sentimento di appartenenza e di identità sempre più condiviso e fortemente percepibile anche dall’esterno.
Questo meccanismo di scambio, magari considerato scontato nelle parole, fatica però spesso a diventare una reale consuetudine, scontrandosi con ostacoli di diversa natura: la fretta, la bassa motivazione, il timore di ferire o di essere feriti, la poca consapevolezza delle risorse proprie ed altrui.
A questo scopo, è utile impostare un lavoro di vero e proprio “allenamento”, basato sulla conoscenza di poche, ma precise, regole comunicative e sulla definizione di una pratica quotidiana.
Verso questi obiettivi è orientato il percorso messo a punto dalla Galgano, articolato in quattro tappe, con quattro focus differenti: